muse-inquietanti/index.html

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2015-04-30 21:55:50 +02:00
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<meta name="description" content="Le Muse Inquietanti, Giorgio de Chirico">
<meta name="keywords" content="de chirico, metafisica, arte">
<meta name="author" content="Michele Guerini Rocco">
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<title>Le Muse Inquietanti</title>
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<h1>Le Muse Inquietanti</h1>
<figure>
<img src="images/muse.jpg" alt="le muse inquietanti"/>
<figcaption>Giorgio de Chirico 1917, collezione privata, Milano</figcaption>
</figure>
<p>
Si tratta del capolavoro di de Chirico, una delle opere pittoriche
più famose ed enigmatiche del '900 italiano.
De Chirico si trovava in quell'epoca a Ferrara come militare. La
città lo colpsice moltissimo perché è costruita in stile
Rinascimentale: perfetta nelle line della sua planimetria e della
sua archtiettura, soprattutto nella parte ideata e voluta da
Ercole d'Este (l'addizione erculea) come esempio di città ideale.
Si trattava a quell'epoca però di una piccola città poco abitata,
dalle vie silenziose e deserte, dall'aspetto un po' misterioso.
Questa particolare atmosfera fa da sfondo al dipinto. Il castello,
la piazza Ariostea, e poi anche due ciminiere, simbolo della modernità
</p>
<figure>
<img src="images/statue.jpg" alt="statue"/>
<figcaption>Le tre muse</figcaption>
</figure>
<p>
Su un impiantito di legno, simile al pavimento di un palco teatrale,
poggiano le protagoniste dell'opera, le Vergini, le Muse Inquietanti.
Ritratte in una prospettiva esasperata, quasi di fuga, sono statue
che hanno perso quasi del tutto la forma umana, ridotte a manichini
ricuciti da sartoria. A sinistra la prima, di spalle mostra una
schiena muscolosa: è avvolta in un lungo telo che ricorda una
colonna ionica le cui scanalature sono però convesse. A destra poco
lontata, seduta con le braccia conserte, la seconda: ha la testa
staccata dal corpo e appoggiata alle gambe, somigliante ad un elmo acheo.
Ai loro piedi oggetti geometrici, forse giocattoli. Nell'ombra a
destra il movimento congelato di una statua che sembra cercare di
scendere dal suo piedistallo.
</p>
<figure>
<img src="images/fughe.jpg" alt="punti di fuga"/>
<figcaption>Prospettive discordanti</figcaption>
</figure>
<p>
Lo spaesamento che si prova osservando l'opera è dato attraverso
l'uso di prospettive volutamente errate e discordanti: i palazzi a
lato e il piano hanno punti di fuga diversi. La scatola colorata in
primo piano ha addirittura le linee di fuga dirette verso
l'osservatore. La pavimentazione su cui poggiano gli oggetti
nasconde la base degli edifici sullo sfondo facendo perdere loro il
riferimento spaziale e privandoli di peso. I colori sono accesi come
quelli dei mattoni della città al tramonto, in forte contrasto con il
cielo plumbeo e piatto.
</p>
<p>
L'opera è muta, silente, onirica. Il tempo è immobile e immaginario:
in esso convivono elementi di varie epoche storiche, dal Rinascimento
all'età classica fino all'era moderna. È proprio la mancanza di
elementi temporali definiti la causa del senso di mistero che l'opera
suscita nell'osservatore. Protagonista del quadro è l'enigma.
L'intuizione improvvisa dell'artista, come un lampo, illumina la
realtà delle cose cogliendone l'essenza al di là delle apparenze,
l'aspetto metafisico.
</p>
<p>
Da una lettera destinata all'amico Carrà, datata 10 Giugno 1919,
apprendiamo il titolo originale:
</p>
<blockquote>
<p> Io lavoro sempre, ho finito un quadro: Le vergini inquietanti </p>
</blockquote>
<div id="confronto">
<figure>
<img src="images/1925.jpg" alt="versione 1925"/>
<figcaption>versione del 1925</figcaption>
</figure>
<figure>
<img src="images/1974.jpg" alt="versione 1974"/>
<figcaption>versione del 1974</figcaption>
</figure>
</div>
<p>
Per l'autore quello di questo quadro ha rappresentato un tema
ricorrente: durante il corso della sua vita infatti de Chirico
ne ha realizzate moltissime versioni, bozzetti e disegni. Le più
importanti sono quelle realizzate nel 1925 e nel 1974.
A questo proposito scrive Sabina d'Angelosante:
</p>
<blockquote>
<p>
De Chirico frequenta dunque le sue Muse inquietanti per tutta
la vita, gioca alle variazioni sul tema.
Nella versione del 1925 della Galleria Nazionale d'Arte
Moderna di Roma le differenze rispetto al quadro del 1917-1918
della collezione Mattioli sono forse appena percettibili in un
maggiore contrasto cromatico e in unaccentuazione della sinuosità
di linee della Musa in piedi in primo piano. Nel caso del dipinto
del 1974 che fa parte della collezione della Fondazione Giorgio
e Isa de Chirico la differenza più evidente è la scomparsa del
pavimento a tolda di nave, il caratteristico "palcoscenico"
inclinato su cui, appunto, lartista instancabilmente recita
a soggetto. Una variante che rende le sue Muse ancora più
sospese, volatili.
</p>
</blockquote>
<p class="source"> Inquietato dalle muse, Sabina d'Angelosante <p>
</div>
<footer>
<a href="https://github.com/Rnhmjoj">@Rnhmjoj</a>
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