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La raccolta dati del Web 2.0

Quando Internet è stato creato, il protocollo HTTP (utilizzato per visitare le pagine web) è stato pensato per trasferire dei semplici ipertesti (da qui il nome Hyper Text Transfer Protocol) ma con l'enorme, rapida evoluzione del web il protocollo si è evoluto per supportare l'invio di qualsiasi tipo di file. Contemporaneamente, i browser si solo evoluti per supportare l'esecuzione di script inviati insieme agli ipertesti, rendendo possibile trasformare una pagina web da un semplice ipertesto a un vero e proprio programma. Anche se l'accesso ai dati del dispositivo da parte degli script è molto limitato, un sito web è in grado di allegare uno o più script insieme all'ipertesto che causano l'invio di numerosi dati riguardo la visita al sito dal visitatore al server. Inoltre gli script possono istruire i browser web a salvare delle informazioni o richiederle (cookie), riconoscendo l'utente anche se si collega da una rete diversa. La collaborazione tra i diversi colossi del web tra cui Facebook, Google, Microsoft eccetera e la loro integrazione con la maggior parte dei siti web consente a loro di tracciare ogni attività online di ogni utente che utilizza questi servizi.

Perchè?

Ci sono numerosi motivi per questa raccolta dati:

  • Pubblicità mirate: google piazza le pubblicità in base agli interessi dell'utente in modo da vendere di più
  • Vendita dei dati: i colossi possono vendere dati riguardo, ad esempio, l'interesse degli utenti verso un prodotto
  • Studio del mercato: analizzare i dati per comprendere l'andamento del mercato
  • Correlazioni tra soggetti apparentemente indipendenti, ad esempio tramite questi dati si può scoprire che un utente di Facebook è interessato a prodotti Apple, piazzando ulteriori pubblicità mirate