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Numero di condizionamento
È il rapporto tra la variazione percentuale del risultato e la variazione percentuale del dato in ingresso. È un parametro utile per controllare se un problema sia mal o ben condizionato. Nel caso di una funzione f, questo parametro si riduce ad essere 10.1016/0168-9002(90)91334-8 x f'(x) / f(x)
e il limite per l'incremento dei dati iniziali tendente a zero è detto
fattore di amplificazione
e il problema potrebbe essere mal condizionato
soltanto per determinati valori di x.
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Probabilità condizionata
La seconda uguaglianza è valida se A e B sono eventi indipendenti.
P(A ⋂ B) P(A) P(B)
P(A|B) = -------- = --------- = P(A) P(B) P(B)
da cui si ottiene il teorema di Bayes
:
P(A ⋂ B) \
P(A|B) = -------- | P(B) | P(B|A) P(A) > P(A|B) = ----------- P(B ⋂ A) | P(B) P(B|A) = -------- | P(A) /
Correlazione tra variabili
Si può usare per determinare se una teoria sia valida oppure no dato un certo
campione sperimentale (A è la teoria e B sono i dati). P(A ⋂ B) è la joint pdf.
Le convoluzioni di Mellin e Fourier
servono per trovare la pdf di una
variabile che è rispettivamente il prodotto o la somma di altre due variabili
con pdf nota (dimostrazione cartacea).
La covarianza
cov(x, y) è definita come:
cov(x, y) = E[x * y] - (μx * μy) = E[(x - μx)*(y - μy)]
e il coefficiente di correlazione di Pearson è definito come:
ρ = cov(x, y)/(σx * σy)
ed è compreso tra -1 e 1. Dice quanto le varibili siano correlate: se è nullo,
non lo sono per niente; se è positivo, sono inclinate in avanti, altrimenti
sono inclinate in dietro.
Per dei dati è definita la matrice di covarianza
V (se sono indipendenti,
sarà diagonale, con gli errori quadrati come entrate). Se poi ho delle
grandezze che dipendono da questi dati, la loro matrice di covarianza U può
essere calcolata da quella iniziale come:
U = AVA^T con Aij = ∂_xi yj
dove A è quindi la matrice del cambio di base nel caso di un cambio di variabili. In teoria questa cosa funziona solo se le y dipendono linearmente dalle x su dimensioni comparabili con le σ. Importante: eventuali errori sistematici si sommano in quadratura su tutta la matrice di covarianza.
Distribuzioni di probabilità
Abbiamo visto diversi tipi:
-
Binomiale / N \ E[n] = Np P(n, N, p) = | | p^n (1 + p)^(N - n) con \ n / V[n] = Np*(p-1)
da cui si può poi ricavare la multinomiale.
-
Poissoniana
ν^n
P(n, ν) = --- e^(-ν) con E[n] = V[n] = ν n!
Si ottiene dal caso precedente per N→∞ e p→0 con N*p = ν.
-
Uniforme 1 E[x] = (a + b)/2 P(x, b, a) = ----- con b - a V[x] = (b - a)^2/12
-
Gaussiana 1 / (x - μ)^2 \ E[x] = μ G(x, μ, σ) = -------- e^| - --------- | con √(2 π) σ \ 2 σ^2 / V[x] = σ^2
È il limite delle prime due distribuzioni per N→∞.
Il teorema centrale
del limite dice che se una variabile è la somma di N
variabli indipendenti tutte con la stessa pdf con valore medio μi e devstd σi,
allora tale variabile ha distribuzione Normale con:
μ = Σμi e σ² = Σσi²
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Momenti di una distribuzione
A parte il valore medio e la varianza, solitamente si definiscono skewness e kurtosis:
| (x - X)³ | | (x - X)⁴ |
γ = E | -------- | k = E | -------- | - 3 | σ³ | | σ⁴ |
dove X è la media campionaria e 3 è la kurtosis della Gaussiana.
Test di ipotesi
Se ho dei dati sperimentali e devo scegliere tra due (o più) ipotesi, devo
costruire una statistica di test
che avrà una propria pdf e in questa porre
un valore di soglia. Anche la pdf della statistica di test avrà una pdf o
l'altra a seconda di quale delle due ipotesi sia vera.
- Se è vera l'ipotesi nulla, l'area dal cut a +∞ è detta significanza α e 1 - α è detto livello di confidenza (o efficienza).
- Se è vera l'ipotesi alternativa, se l'area da -∞ al cut è β, allora 1 - β è detta potenza del test (o purezza).
Si chiama errore di prima specie se si scarta l'ipotesi nulla quando invece è vera ed errore di seconda specie quando la si accetta e invece è falsa. Noi abbiamo sempre controllato solo qual è la pdf della statistica di test nel caso in cui l'ipotesi nulla sia vera e abbiamo posto il livello di confidenza al 95%, ovvero α = 5%. La potenza è detta anche purezza perché è la probabilità di scambiare "rumore per segnale", mentre l'intervallo di confidenza si dice anche efficienza perché è la probabilità di scambiare "il segnale per segnale".
Il lemma di Neyemann Pearson
dice che la statistica di test che massimizza la
purezza una volta fissata l'efficienza è il rapporto delle Likelihood:
L(H0)/L(H1).
o comunque il rapporto delle probabilità di ottenere il campione misurato secondo le due ipotesi. Nel caso in cui le due pdf siano gaussiane, il discriminante di Fisher porta allo stesso risultato che si otterrebbe con il rapporto delle likelihood.
Confronto di due datasets
Il test di Kolmogorov-Smirnov
serve per confrontare dati non binnati: o un set
di dati con una funzione attesa, oppure due set di dati tra loro. Siccome
confronta tra loro le cumulative, va bene nel confrontare shifts dei dati o
grandi variazioni ma non piccoli dip nelle pdf. Per farlo in più dimensioni,
esistono varie idee ma non c'è n'è una standard e soprautto la distribuzione
della statistica non è nota e va simulata.
Se i dati sono binnati, invece, allora si può usare il test del χ²
:
(ni - νi)²
χ² = Σ --------- νi
e si guarda qual è il p-value della sua distribuzione, che è nota.
Il p-value
è la probabilità di misurare un valore che si allontani ancora di
più del valore trovato rispetto alla statistica di test prevista dall'ipotesi
nulla. Ovvero:
- se H0 dice che il valore medio di t è t0
- ed io ho misurato un valore la cui statistica di test vale tx < t0
- il p-value è dato dall'integrale da -∞ a tx della pdf della statistica di test nel caso in cui l'ipotesi nulla sia vera.
deve essere grande affinché l'ipotesi nulla possa essere ritenuta vera, dato
il dato controllato e quindi la significanza α dovrebbe essere grande (invece
la si mette sempre a 0.5 perché è standard). Oppure deve essere piccolo se
voglio confutarla (e quindi metterò una piccola significanza di riferimento).
Attenzione al look-elsewhere effect
: se mi sforzo di trovare un p-value
minore di α (significanza), se faccio tante prove, prima o poi lo troverò, ma
non vuol dire che sia significativo.
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Stima di parametri
Consideriamo una variabile casuale x che segue la pdf f(x), la quale ha dei parametri Θ. Se io faccio una misura y di questi, allora otterrò uno stimatore ⊇(y) dei parametri Θ. Anche questo stimatore avrà una sua pdf che dipende dal valore vero. Uno stimatore deve soddisfare alcuni requisiti:
- consistenza: per N→∞, ⊇→Θ;
- unbias: E[⊇] = Θ Ovvero: ripetendo tante volte l'esperimento, il valore medio della distribuzione deve essere il valore vero;
- deve avere una piccola varianza.
Per esempio, la media campionaria è uno stimatore della media e la sua varianza è σ²/N, nel senso che se si ripetesse lo stesso esperimento tante volte e si guardasse la distribuzione delle medie così ottenute, otterremmo che queste medie seguono una pdf con questa varianza. Affinché lo stimatore della varianza sia unbiasato, si deve introdurre la correzione di Bessel.
Un metodo che si può utilizzare è la maximum likelihood. Se lo si applica al caso di una gaussiana, si trova che gli stimatori della media e della varianza sono la media e la varianza campionarie. Quest'ultima va però corretta con la correzione di Bessel.
La disuguaglianza di Cramer-Rao
(detto anche bound RCF) afferma che la matrice
di covarianza è >= all'inverso della matrice Hessiana di -L calcolata nel
minimo.
Uno stimatore robusto
è poco sensibile ai valori nelle code della
distribuzione. È buono che gli stimatori siano robusti. Un esempio è la media
trimmata, in cui nel calcolo si escludono i punti più esterni.
Quando si sta lavorando con una gaussiana contaminata, ovvero che è la somma
di due gaussiane in cui la seconda è, per esempio, il rumore, ed ha una
varianza maggiore, allora anziché usare la varianza campionaria standard,
è meglio usare d_n:
1
d_n = - Σi |xi - X| N
L'extended maximum likelihood
si usa quando non ho deciso io il numero di
dati ma è esso stesso una misura sperimentale (come nel caso dei decadimenti):
in questo caso si moltiplica la Likelihood per la probabilità (Poissoniana) di
ottenere quel numero di decadimenti: se la relazione ν(Θ) è nota, ciò permette
di ottenere degli stimatori con minore varianza.
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Stima di parametri
Il χ² è il metodo della Maximum Likelihood nel caso in cui:
- ho delle misure yi(xi) affette da un rumore gaussiano,
- i valori medi e le devstd di queste gaussiane sono λi e σi,
- la likelihood sarebbe il prodotto delle gaussiane e quindi il logaritmo è la somma degli esponenti
- massimizzare questa somma equivale a minimizzare il χ² dove i valori attesi sono dati dalle λi e gli errori dalle σi.
Nella pratica i λi si suppone coincidano con il valore atteso della pdf e le
varianze con le varianze campionarie.
Nel caso in cui la funzione attesa sia lineare nei parametri, il metodo ha
soluzione analitica.
Di solito si guarda poi il χ² ridotto
e il fit è buono se è prossimo a uno.
IMPORTANTE: Il metodo della Likelihood e quello dei momenti si usano quando si hanno punti distribuiti secondo una pdf e si vogliono stimare i parametri della pdf. NON si hanno delle y(x). Il metodo del χ², invece, si usa per trovare la funzione che lega le y alle x. Se lo si vuole usare con dei dati ottenuti da una pdf, allora bisogna binnarli in modo tale da ottenere le y.
Quando ci sono dei problemi nella minimizzazione del χ², si può provare ad
usare il metodo dei momenti
, anche se generalmente dà risultati con maggiore
varianza (il teorema di Gauss Markov
afferma che gli estimatori che si
trovano col χ² sono infatti quelli con la varianza minima).
- Ho dei punti xi e voglio trovare i parametri della pdf fΘ(x),
- calcolo analiticamente i momenti della funzione come integrali della funzione per x, per x², eccetera. (se i parametri sono n, calcolo i primi n momenti)
- calcolo i momenti in modo discreto usando i dati xi (X = Σxi/N, X² = Σx²i(N)
- uguaglio quelli analitici con quelli sperimentali e trovo i Θ.
L'errore è dato dalla propagazione degli errori (che è il solito U = AVA^T).
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Stima di intervalli di confidenza
Un intervallo di confidenza può soddisfare certe caratteristiche:
- simmetrico: i bordi sono equidistanti dal valore centrale;
- centrale: la parte di area della pdf lasciata fuori è uguale tra dx e sx;
- one side: se uno dei due estremi è ±∞.
Dire che:
x = x₀ ± δx CL = 68%
significa che ripetendo N volte l'esperimento, il 68% delle volte si otterrà che x₀ appartiene a quell'intervallo (non che il valore vero ha il 68% di probabilità di essere in quell'intervallo, che non ha alcun senso...). Quando si vuole stimare la media di una distribuzione, per il CLT questa segue una distribuzione gaussiana per N→∞ e quindi gli intervalli di confidenza sono noti, date le σ.
La quantile
di 0.5 è la mediana. Il che significa che la quantile è l'inversa
della cumulativa.
Se ho effettuato la misura di una grandezza ...?