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<meta name="author" content="Michele Guerini Rocco">
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<title>Picasso e il cubismo</title>
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<h1>Picasso e il cubismo</h1>
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<img src="images/natura.jpg" alt="Natura morta spagnola"/>
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<p> Il suo atteggiamento è a priori rivoluzionario,
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estremista… sa di avere in mano uno strumento terribile, il disegno, che disintegra l’oggetto e restituisce la forma nuda della coscienza; e non della coscienza in astratto, ma della coscienza in quell’attimo in cui disintegra e distrugge l’oggetto </p>
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</blockquote>
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<p class="source"> Giulio Carlo Argan<p>
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<p> Il critico Louis Vauxcelles parlò di pittura fatta di "piccoli cubi" in un articolo pubblicato sul "Gil Blas" del 14 novembre 1908. In genere si è soliti indicare due momenti del cubismo: uno chiamato analitico (dal 1907-1908 fino alla fine del 1912) un altro chiamato sintetico (dal 1913 in poi); il primo fondato essenzialmente su un’analisi ‟dei rapporti di comprensione del pittore con gli oggetti e quasi mai dei rapporti tra gli oggetti per se stessi” (Juan Gris, risposta all’inchiesta Chez les cubistes, in ‟Bulletin de la vie artistique”, 1 gennaio 1925, pp. 15 ss.); il secondo fondato sull’analisi più approfondita di questi rapporti e caratterizzato da un arricchimento delle superfici e anche da un più intenso impiego della tecnica del <em>papier collé</em>. </p>
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</blockquote>
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<p class="source"> Enciclopedia Treccani<p>
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<p> [El Cubismo] implica la configuración de un nuevo espacio pictórico, rompiendo con el sistema ilusionista perspectivo establecido en el renacimiento y perpetuado durante siglos. </p>
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</blockquote>
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||||
<p class="source"> Museo Nacional del Prado<p>
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<h2>Le Demoiselles d’Avignon</h2>
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<figure>
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<img src="images/demoiselles.jpg" alt="Le Demoiselles d'Avignon"/>
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<figcaption> Museum of Modern Art, New York </figcaption>
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</figure>
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<p> Le Demoiselles d’Avignon nella redazione definitiva (dopo tre versioni e numerosi studi) sono al centro di una ricerca ossessiva di tutte le possibilità espressive della figura umana nella scomposizione dei volumi e nel trattamento schematico dei piani […] Da queste premesse e da una nuova e approfondita conoscenza dell’opera di Cézanne nasce il cubismo. […] Picasso analizza gli elementi volumetrici delle immagini mediante la loro scomposizione geometrica in piani sovrapposti e giustapposti, in un ritmo complesso che porta al superamento della tradizionale impostazione fondo-immagine. Con la presentazione simultanea delle varie facce dell’immagine, andando oltre la visione tridimensionale, realizza sul piano la quarta dimensione (le forme divengono simboli spazio-temporali) e contestualmente elabora anche le sue esperienze in scultura. Dall’analisi e sezionamento dell’oggetto che conduce alla scoperta di forme, costituenti gli elementi formali della composizione (cubismo analitico), Braque e Picasso giungono alla scoperta del processo che, gradualmente, conferisce un significato oggettivo a composizioni di elementi puramente pittorici (cubismo sintetico); in questo processo grande importanza ha l’invenzione del papier collé e del collage. </p>
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<p> Les demoiselles d’Avignon (New York, Museum of Modern Art), è stato giustamente considerato come quello che più di ogni altro ha esercitato una condizionante influenza sull’arte del XX secolo e come quello al quale hanno fatto riferimento gli altri movimenti a esso contemporanei e quasi tutti quelli successivi, fino ai nostri giorni. </p>
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</blockquote>
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<p class="source"> Enciclopedia Treccani </p>
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<p> Picasso realiza Les demoiselles d’Avignon, obra tradicionalmente considerada como origen del cubismo, en la que plantea una nueva relación entre volumen y espacio, figura y fondo. </p>
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</blockquote>
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||||
<p class="source"> Museo Nacional del Prado </p>
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<h2> Las Meninas </h2>
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<h3> Picasso ha ricreato Velázquez </h3>
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<figure>
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<img src="images/meninas.jpg" alt="Las Meninas"/>
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<figcaption> Museo Picasso, Barcelona </figcaption>
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</figure>
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<p> Dov’è il quadro? </p>
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<p class="source"> Théophile Gautier di fronte a “Las Meninas” di Velázquez </p>
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<p> Umberto Boccioni, nel 1912, teorizzerá: “Noi vorremmo lo spettatore nel mezzo del quadro”. Una frase che agli inizi del secolo ricorreva spesso negli ambienti culturali e che influenzò lo stesso Pablo Picasso. </p>
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</blockquote>
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<p class="source"> Vania Colasanti </p>
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<p> L’immagine riproposta viene completamente stravolta. Il furor picassiano se ne appropria e la trasforma a un punto tale che l’opera originaria diventa quasi irriconoscibile”. </p>
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</blockquote>
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<p class="source"> Maurizio Calvesi </p>
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<p> "Las Meninas" riprodotte negli anni cinquanta dal pittore cubista, sono ben 58. </p>
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<p> Tra macchie di colore, tra forme geometriche, ecco emergere dal centro doña Isabel de Velasco, […] la nana Mari-Bárbola e il nano Nicolasito Pertusato che poggia il piede sul cane mastino castigliano. Ci sono tutti, anche doña Marcela de Ulloa […] e don Diego Ruiz de Azcona. Tutti traslati, ovviamente. Lo specchio che ritrae i regnanti diventa un riquadro con due puntini, una piccola tela bianca, una cornice che contiene un triangolo o dei raggi. Dipende dalle versioni. Alcune opere insistono sulla figura bionda, altre su quella inginocchiata. Altre ancora sull’uomo all’uscio, il maresciallo di Palazzo don Josè Nieto Velázquez, forse parente del pittore che viene invece riprodotto accanto alla sua tela gigante. </p>
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<p> Copia di copie, quella cubista. Il mitologico diventa astratto. Le forme si irrigidiscono, i colori si intensificano, i caratteri somatici si alterano, assumono linee taglienti o si appiattiscono. Vestiti che sembrano piedistalli, che risaltano, che creano spessore. Strutture decorative che diventano ganci. Particolari irrilevanti portati all’eccesso, esasperati. </p>
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</blockquote>
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<p class="source"> Vania Colasanti </p>
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<h2>Guernica</h2>
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<figure>
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<img src="images/guernica.jpg" alt="Guernica"/>
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<figcaption> Museu Reina Sofia, Madrid </figcaption>
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</figure>
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<p> <br/>
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«È lei che ha fatto questo orrore?» <br/>
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«No, è opera vostra »
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<p>
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<p class="source"> Picasso rispondendo all’ambasciatore tedesco Otto Abetz </p>
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<p> La tela è ispirata dal tragico bombardamento della cittadina basca di Guernica, avvenuto il 26 Aprile 1937, ad opera degli aerei tedeschi in appoggio al generale Franco, contro il governo repubblicano spagnolo. </p>
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<p> Il quadro fu esposto, a sostengo del legittimo governo democratico, all’esposizione universale di Parigi, cui la Spagna aveva aderito per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragedia della guerra civile. </p>
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<p> Il dipinto presenta un impianto compositivo rigoroso, con un principio di simmetria evidenziato da precisi andamenti direzionali. […] L’opera è colma di valori simbolici. […] Entro grandi sagome sovrapposte, Picasso utilizza i soli bianco e nero, con le varie gradazioni di grigio. Se l’assenza di colore rappresenta l’assenza di vita, gli effetti di contrasto, quasi squarci nel buio, accentuano la violenza delle forme e le espressioni di terrore nei volti. Le linee si intersecano determinando ampie campiture dai contorni taglienti e la deformazione dei corpi. </p>
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<p class="source"> Lineamenti di Storia dell’Arte - edizioni Atlas </p>
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<h3>Guernica e la forza simbolica dell’arte</h3>
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<p> Racconta lo storico dell’ arte Gijs van Hensbergen che alla fine di gennaio 2003 l’ arazzo che riproduce il Guernica appeso nel corridoio che porta alla Sala del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite venne fatto coprire con telo blu. Ufficialmente, spiegò il portavoce dell’ Onu Fred Eckhard, solo per avere uno sfondo più adatto alle riprese delle telecamere. Sta di fatto che, pochi giorni dopo, il 5 febbraio, il segretario di Stato Colin Powell e il direttore della Cia George Tenet si presentarono al Consiglio di sicurezza chiedendo di approvare un intervento militare in Iraq. E la vista del Guernica, forse, poteva disturbare. Il rappresentante dell’ Australia, Laurie Breton, si accorse dell’ operazione, e ne accennò nel suo intervento: «É forse vero che viviamo nell’ era delle cosiddette bombe intelligenti - disse - ma l’ orrore che resta sul campo sarà esattamente identico a quello che colpì gli abitanti di Guernica E su questo non sarà possibile calare un velo» […] </p>
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<p> Uno dei dati che emerge dal libro di van Hensbergen, «Guernica. Biografia di un’ icona del Novecento» (il Saggiatore, pp.382, 22) è che la grande tela dipinta nel ‘ 37 da Picasso in risposta al bombardamento sulla città basca, sia stata l’ ultima opera pittorica capace di esercitare un’ influenza politica. Dopo il ‘ 37, le tragedie non sono mancate. Ultima quella dell’ 11 Settembre. Eppure pare che nessun artista sia riuscito a fissare con tanta efficacia sulla tela una denuncia. […] </p>
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<p> Ma la verità è che l’ arte «nel suo rapporto rappresentativo con la società si ferma proprio con Picasso», afferma il critico-politico Vittorio Sgarbi </p>
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<p class="source"> Guernica, ultimo dipinto politico - Corriere della Sera - 14.06.06 - Pierluigi Panza </p>
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